lunedì 13 gennaio 2014

Pic nic con i bergamaschi (7 gennaio)

La giornata al mare con i nostri amici bergamaschi è stata davvero piacevole.
Enrico e Cecilia sono venuti a prenderci con il loro fuoristrada e, dopo aver caricato anche Olivia e Simone, abbiamo raggiunto altri due loro amici che hanno preso casa, pure questi, una ventina di anni fa a Los Patos.
Siamo sorprese nell’apprendere che in quella zona parecchi bergamaschi hanno fatto la stessa scelta e si è creata così una piccola comunità italiana che sostanzialmente passa qui qualche mese l’anno: dicembre-gennaio (per le vacanze natalizie) e giugno-luglio (prima delle piogge estive) più o meno.
“ma è sicuro lasciare le case chiuse per così tanto tempo?” chiedo.
“la nostra casa è in una strada abitata solo da dominicani, così noi chiediamo alla nostra vicina di tenercela d’occhio. Finora è andata bene. Mentre quella dei nostri amici si trova in una strada dove ci sono solo abitazioni di italiani, e allora pagano un vigilantes”.
Si parte! Siamo in otto con due fuoristrada e attrezzati di tutto punto per un vero pic nic.
La strada è abbastanza lunga, circa 70 km,  e, in alcuni tratti, anche tortuosa, oltre che piena di dissuasori di velocità, non segnalati, che costringono quasi a fermarsi (quando ci si riesce a fermare in tempo!). Impieghiamo circa un’ora e mezza per raggiungere la nostra destinazione.
Attraversiamo diversi piccoli centri: Enriquillo, Juancho, Oviedo.
In uno di questi facciamo anche una sosta per prendere salsicce e ghiaccio.
Il negozio è una specie di emporio con circa quattro impiegati che vende un po’ di tutto. Mi colpisce un uomo robusto, probabilmente il proprietario, seduto dietro una specie di cattedra sopraelevata che controlla dall’alto gli acquisti dei clienti e con una grossa calcolatrice dice ad ognuno quanto deve pagare. Così tiene d'occhio impiegati e acquirenti.
Riprendiamo la strada. Cecilia conosce bene la zona e ci fa notare come il paesaggio cambi rapidamente sotto i nostri occhi. La vegetazione rigogliosa e selvaggia va cedendo il posto ad un terreno sempre più roccioso, brullo, punteggiato di arbusti e alberi rinsecchiti. Più ci avviciniamo alla nostra meta e più la terra diventa rossa a causa della presenza di bauxite. Mi ricorda tanto l’outback australiano.
Arriviamo finalmente alla nostra piazzuola. Gli uomini del gruppo cominciano a sistemare tavolino, sedie, amaca e griglia per il barbecue, mentre io, Teresa e Cecilia ci dedichiamo al nostro primo snorkelling dell’anno.
La spiaggia è assolutamente deserta, l’acqua non è caldissima come alle Maldive o nel sud-est asiatico, ma adesso siamo pur sempre in inverno, sebbene suoni strano visto che ci sono trenta gradi.
Stiamo più di un’ora a mollo, ma rimaniamo alquanto deluse dai fondali: qualche formazione corallina, alcuni piccoli pesci colorati e tanta sabbia tutt’attorno.
Il pranzo ci restituisce le forze perdute con la nuotata (ed anche le calorie!) e così le salsicce palliducce e poco invitanti, una volta grigliate sono diventate buonissime o, almeno, così ci sembra!
Ma non è finita. Per non deperirci, sulla griglia vengono anche arrostite delle croste di grana padano italiano e, per concludere, biscottini e frutta.
Dopo aver mangiato abbondantemente, per non cedere alla tentazione di un pisolino sotto l’ombra dell’unica palma che c’è nei paraggi, decidiamo di fare una passeggiata lungo la costa con Cecilia. Ci fermiamo ad un moletto dove si trova un pescatore che è appena uscito dall’acqua con il suo pescato legato da una specie di fil di ferro: aragosta, lambì (mollusco che si trova all’interno di conchiglie giganti), pesce scorpione e altri pesci più piccoli. Dopo pochi minuti è già sulla sua moto che corre verso Pedernales a vendere il suo bottino.
Anche oggi il tempo è volato chiacchierando un po’ di tutto, dalla politica alle bellezze delle nostre regioni, agli acquerelli, (passione recentemente scoperta da Simone che da un anno segue un corso e mi mostra i suoi lavori).
È ora di rientrare. Cominciamo a sistemare e Cecilia ci confessa che la sua vacanza sta per finire e lei non ha nessuna voglia di tornare a Bergamo al freddo dopo quasi due mesi che sta al caldo in ciabattine e costume.
Come la capiamo!
Salutiamo i nostri amici e ci scambiamo gli indirizzi con la promessa di ricambiare l’ospitalità quando passeranno da Palermo.
Quando torniamo a Paraiso è quasi buio e ci aspetta una spiacevole sorpresa: niente acqua calda nella doccia! Nessuna delle due ha il coraggio di bagnarsi con quella fredda, ma dopo una giornata di mare abbiamo bisogno di toglierci il sale di dosso. Così la proprietaria ci propone di scaldarci dell’acqua.
Dopo pochi minuti arriva un ragazzino con un pentolone d’acqua bollente ed una caraffa e così ci laviamo come facevano le nostre nonne da piccole…un po’ scomodo.
È sera ormai ed abbiamo lo stesso problema del giorno prima: dove mangiare? Tutto è chiuso nei paraggi tranne una simpatica pizzeria gestita da Alberto, un altro italiano, toscano, che ha mollato tutto e si è trasferito in quest’angolo sperduto.
Il locale è piccolo ma pieno di avventori, sia italiani che dominicani, e capiamo anche perché: la pizza (solo) margherita che fa a mano e cuoce nel forno di casa è squisita!
Mentre la mangiamo parliamo con una signora italiana, anche lei del nord (ormai abbiamo capito di essere circondate!), seduta accanto al nostro tavolo, con le sue due nipotine dalla pelle scura ma dai tratti decisamente europei.
“sono le figlie di mio figlio. Fino a due anni fa vivevano in Italia, adesso vivono qui e io e mio marito veniamo a trovarle quando possiamo, ma il viaggio è lungo e stancante” dice con un po’ di tristezza.
Vorrei chiedere alle ragazzine in quale paese preferiscono vivere, se si sono ambientate facilmente, ma la nonna è stanca e  tutte e tre vanno via senza darmene il tempo.
Andiamo via anche noi. Domani ci aspetta un’altra volta ripercorrere la stessa strada di oggi e andare un po’ oltre fino alla meravigliosa baia de las aquilas  J

P.S. Non posto nessuna foto dei nostri simpatici amici perché non ho chiesto loro il permesso e non so se ne sarebbero contenti.

1 commento:

  1. certo che leggere i tuoi racconti...vedere le tue foto..e pagonarle alle buie e tristi giornate mentanesi... ricche solo di problemi di monnezza e tasse sulla casa...mi fa venir voglia di seguirti...ma terrò a mente le tue memorie quando deciderò dove invecchiare....con la panza al sole...anzi fammi sapere se qlcuno ha bisogno di ricostruire casa...così mi porto romoletto.......:-P
    Lolly

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